QUADRANGOLARE IMPERIA:

lunedì 12 marzo 2012

GIORNALE DI BRESCIA - 12 MARZO 2012 -

Rezzato: Atti di vandalismo, chiude l'oratorio!
Bulli in azione. E l'oratorio, teatro delle loro scorrerie, resta chiuso per qualche giorno. È capitato, almeno fino a domenica, al San Giovanni Bosco di Rezzato. Chi è passato nei giorni scorsi davanti alla cancellata ha trovato infatti un cartello che ne comunicava la momentanea chiusura (iniziata giovedì 8 marzo ) e le motivazioni.
A questa grave decisione - oltre che insolita - è giunto il Consiglio direttivo dell'oratorio composto da 17 membri e presieduto dal parroco don Lino Gatti e dal curato don Francesco Gasparotti. Ed è proprio don Francesco a motivare la decisione, che ovviamente ha destato notevole scalpore nella comunità parrocchiale e in paese. 
Don Francesco racconta che negli ultimi tempi l'oratorio è stato fatto oggetto di azioni vandaliche da parte di un gruppo di una trentina di ragazzi tutti giovanissimi, dai 14 ai 17 anni. 
Sfruttando l'effetto «branco», questa trentina di giovani si è permessa atti di grave intemperanza verbale, ma anche comportamenti di vera aggressione. A farne le spese innanzitutto gli oggetti. Chi ha frequentato l'oratorio ha visto alcuni ragazzi scorrazzare sui tavoli con le loro biciclette e impaurire con atteggiamenti da bulli sia gli altri ragazzi presenti - molte volte bambini piccoli - ma anche i volontari che prestano la loro opera presso la struttura.
«L'oratorio - prosegue don Francesco, amareggiato ma convinto della decisione - nasce per realizzare l'educazione dei ragazzi, ed è un luogo dove meditare la parola di Dio che si ascolta in chiesa. Le persone che lo frequentano, come in ogni altro ambiente, devono rispettare le regole e gli altri. I comportamenti educati vanno tenuti ovunque. A partire dall'oratoriNon solo. Atteggiamenti simili a quelli che hanno indotto la parrocchia a chiudere l'oratorio, rischiano di trasformarsi in esempi diseducativi per i ragazzi che lo frequentano, che hanno il diritto di trovare un ambiente «sano e sicuro oltre che di fede», e di scoraggiare i volontari che qui si alternano durante il giorno, prestando gratuitamente la loro opera. «Per tutto questo - dice ancora don Francesco - abbiamo voluto dare un segno di frattura profonda rispetto a questa mentalità, che tollera ogni azione, partendo magari dal fraintendimento della tolleranza religiosa».
«Dobbiamo far capire ai ragazzi - continua il sacerdote - che chi entra nell'oratorio deve tenere un comportamento consono al luogo, che deve essere sì accogliente secondo certi principi di aggregazione, ma non luogo di intemperanza. Dobbiamo far capire anche che l'oratorio è uno spazio aperto a tutti, senza distinzione di religione e cittadinanza. Uno spazio nel quale tutti però sono tenuti all'osservanza di elementari regole di comportamento».
Va precisato che in questi giorni non sono mancate le normali lezioni di catechismo, che si tengono nei locali dell'oratorio, ma assolutamente a «porte chiuse».
Inoltre sono state contattate le famiglie dei ragazzi, che con il loro comportamento hanno provocato questa grave presa di posizione da parte della parrocchia. Ai padri e alle madri è stato spiegato che la decisione non intendeva essere atto discriminatorio nei confronti dei loro figli, piuttosto una scelta dovuta al loro bene e a quello degli altri ragazzi.

Francesca Zani

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